Il Dagherrotipo
“All’inizio era la luce e la luce impressionò una lastra di rame argentata.”
1839 nasce la Fotografia.
Spesso si fa confusione e ci si riferisce alle fotografie antiche ( o quantomeno vecchie) come a “dagherrotipi” .
In realtà il dagherrotipo è un oggetto fotografico beh definito, affascinante e prezioso.
E’ realizzato a partire da una lastra di rame successivamente argentata, lucidata e sensibilizzata con vapori di iodio.
La lastra così trattata veniva esposta (all’inizio per parecchi minuti) in una fotocamera e di seguito sviluppata mediante vapori di mercurio e fissata.
Il meraviglioso “specchio della memoria” veniva poi incorniciato o inserito in astucci avendo cura di proteggere la lastra con un vetro per impedire l’accesso all’aria.
Sin dai primi anni di vita il dagherrotipo si rivelò un oggetto estremamente delicato, tanto da far nascere, in area americano, il primo apparato per la conservazione di fotografie, il preserver.
Come possiamo riconoscere un dagherrotipo?
Innanzi tutto è bene vederne alcuni dal vero.
Possono essere confezionati “alla francese” cioè in cornice (qui sotto ne vedete uno totalmente compromesso dall’assenza del vetro protettivo)
oppure, come tipico della produzione americana in astuccio
Si apprezzerà immediatamente la duplice natura di questo oggetto fotografico che, a secondo dell’angolazione con la quale viene colpito dalla luce, ci appare positivo o negativo.
Nella immagine fotografata in modo da evidenziare l’effetto”negativo ” potete vedere, vicino ai bordi del passepartout la tipica ossidazione prodotta dall’area sulla lastra
(in fondo la superficie in cui l’immagine si forma è argento e sapete bene cosa succede all’argenteria esposta alla luce e all’aria)
E’ molto raro che i dagherrotipi storici siano in ottimo stato conservativo (scrivo storici perchè, sappiatelo, la dagherrotipia non è morta, anzi abbiamo ottimi dagherrotipisti contemporanei)
La superficie della lastra è estremamente fragile e anche il solo passaggio del pennello morbido può causare graffi.
In passato i lavaggi con soluzioni a base di Thiurrea sono stati per la pulitura per le lastre.
Purtroppo dopo l’iniziale rimozione dell’ossidazione l ‘immagine è andata incontro a un irreversibile decadimento, per questo nel 1979 questo tipo di trattamento è stato oggetto di una moratoria dalla comunità scientifica dei restauratori.
Ad oggi sono stati sperimentati i metodi di restauro più fantascientifici a livello sperimentale.
Anche noi abbiamo sperimentato con lastre di nostra proprietà la pulitura elettrochimica con risultati confortanti.
Come interveniamo sui dagherrotipi:
Verifica dell’integrità del pacchetto.
Smontaggio, dell’originale
Riparazione degli astucci e delle cerniere
Pulitura del vetro
Sostituzione di vetri rotti o degradati
Digitalizzazione e documentazione fotografica e microfotografica (hallmarks, punzoni, caratteristiche della lastra e della confezione)
Rimontaggio a tenuta d’aria del pacchetto
Fornitura di Buste Corrosion Intercept per la conservazione attiva!
Consigli per approfondire
Per ulteriori approfondimenti sui procedimenti ad immagine unica, per i vastissimi repertori di mat, preserver, punzoni, hallmarks
c’e’ un’opera fondamentale per la identificazione, datazione e ricerca.
” Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia” di Gabriele Chiesa e Paolo Gosio
- Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia di G.Chiesa e P.Gosio
Lo trovate in vendita qui.
Per sapere di più sul Restauro dei Dagherrotipi vi consiglio il mio contributo al libro “Il Restauro della fotografia” a cura di Barbara Cattaneo
che potete trovare qui